domenica 18 novembre 2007

Notizie storiche su Lioni


Lioni, il nome, le origini

di Angelo Colantuono

Da dove deriva il nome di Lioni e cosa sappiamo di preciso sulle origini del paese? La recente pubblicazione del Dizionario del dialetto lionese di Nino Iorlano, Pasquale Nesta e Nicola Garofalo è un’ occasione per riparlare dell’ argomento.
Ricapitoliamo i termini della questione. Verso la fine del Settecento il dotto abate rocchese Vincenzo Maria Santoli nel suo celebre saggio sulla Mefite e dintorni
[i] avanzò l’ idea che i Lionesi fossero i discendenti dei Liguri Apuani deportati nel Sannio dai Romani nel II secolo avanti Cristo. Santoli vedeva anche un’ affinità tra toponimo Liuni e la parola Liguri[ii]. La tesi venne rilanciata alcuni anni più tardi dallo storico nuscano Nunzio Maria Della Vecchia[iii], e fu avallata anche da Nicola Corcia, appassionato ricercatore delle antichità del Regno delle Due Sicilie: «Da Liguri si disse probabilmente Liuri, d’ onde in processo di tempo Liuni e Lioni »[iv].
La cosa è del tutto inverosimile per due buone ragioni. La prima sta nel fatto che una parola come Liuni non può essere derivata da Liguri: sarebbe contro tutte le regole della linguistica. La seconda è che dalle nostre parti i Liguri non ci sono mai stati. E’ vero che nel 180 a. C. un considerevole numero di Liguri Apuani (le fonti dicono 47mila) furono forzatamente trasferiti nei «Campi Taurasini». Ma i «Campi Taurasini» si trovavano a nord di Benevento, nella zona di Circello, Baselice, S. Bartolomeo in Galdo
[v].
Qualche anno fa Arturo Bascetta, autore di quaderni storici su diversi comuni dell’ Irpinia, ha proposto una nuova teoria: il toponimo Liuni sarebbe da mettere in relazione con il «fundus Iunianus» nominato nella Stele del dio Silvano
[vi]. Si tratta di questo. Verso la metà dell’ Ottocento ai piedi del Monte Oppido – ma in territorio di Caposele – fu trovata una grossa lapide con una iscrizione votiva risalente ai tempi dell’ imperatore Domiziano (81-96)[vii]. Un certo Lucio Domizio Faone[viii], per la «buona salute» del sovrano e della sua consorte, istituiva dei sacrifici annuali in onore del dio dei boschi. Alle spese si sarebbe provveduto con le rendite di certi fondi che egli possedeva nella zona. Uno di questi fondi era chiamato «Iunianus»[ix]. L’ idea di Bascetta è che che Liuni derivi appunto da «fundus Iunianus», attraverso la forma intermedia «l’ Iuni(anum)»[x]. Questa tesi – piuttosto spericolata – è accolta nel Dizionario di Iorlano, Nesta e Garofalo[xi] .

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